Briciole di un povero misero pasto
Tu che tentenni dietro una porta,
lontano più lontano chi c’è?
C’è da mettere giudizio o da tagliare di sbieco chi
lascia passare tutti i giorni
che ci sono stati tra me e te.
E scrivere di gesso,
ripulire i vivai dei miei pensieri
riempiendosi di malinconia e con il lago
che resta giù a farsi guardare.
Strafare per non passare per quello consumato,
abbracciandoti tirandoti verso me, coprire il fuoco
e restare come briciole di un povero misero pasto.
Paglia nei campi, il pavimento intorno a me per
un estate che piange dietro a sé.
Star qua muto, spine nella mangiatoia o
farsi dire…cosa hai fatto, del male?
No, io qui sto su un filo.
E scrivere di gesso,
ripulire i vivai dei miei pensieri
riempiendosi di malinconia e con il lago
che resta giù a farsi guardare…
Strafare per non passare per quello consumato
abbracciandoti tirandoti verso me, coprire il fuoco
e restare come briciole di un povero misero pasto.
Come nuovo, non c’è un difetto.
Starsene fermo a mollo come uno straccio di casa.
a prendere tempo…che c’è da fare? Resta un nome da scegliere.
Lasciatemi stare, sono stufo di farmi spiegare.
Lasciatemi stare…è un salasso starmene ad aspettare.
Lasciatemi stare…sta per sciamare…sta per sciamare
…sta per sciamare.
Strafare per non passare per quello consumato,
abbracciandoti tirandoti verso me, coprire il fuoco
e restare come briciole di un povero misero pasto.