Ram de Mögh (Ita)

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Ramo di pino

Hanno legato quel che resta…

Là! fuori, il sole!

Grigio da star male,

fuoco di paglia, caldo di aprile

Ma nell’ombra tutto rannicchiato

sto ad aspettare che arrivi

colui che mi farà espiare i miei debiti…

Resta lì fanciullo, non starmi tra i piedi.

Stare attorcigliato in malo modo

con i giorni pastosi che se ne vanno in stormi

per arrivare almeno un po’ a dire…sono purificato.

Come canali che restano prosciugati per dare acqua a chi

 resta a piedi nudi,

per non farsi sfilare la terra dai piedi, stare ad appassire, come

il rigoglio che c’e stato un tempo ma oggi…

ci sono solo rottami di passi e di mani sul cuore.

E’ un guscio ma assai debole il mio…vattene!

Semplice e vuoto, taglio di labbra, sconvolgimento nel profondo.

Curarsi bene per non farsi mai trovare spaventati.

Come brina malefica i miei giorni restano bagnati per non scappare

più lontano dei miei occhi

Stare a scavare, ma di braccia

e poterne fare a meno…

Rigoglio che c’e stato, ma oggi

ci sono solo rottami di passi e di mani sul cuore.

Tu, incubo, ma dal retrogusto dolce,

vieni qui a prendermi di notte.

Sto su un ramo di pino mugo, sto ad aspettare la notte.

Sto su un ramo di pino mugo, c’è da diventare grandi ma…

Sto su un ramo di pino mugo, sto in bilico tra la luce e il niente.